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Masaryk, Tomás Garrigue.

Uomo politico ceco. Conseguita la laurea in Sociologia presso l'università di Vienna, nel 1882 ottenne la cattedra di Filosofia all'università di Praga. Nel 1883 fondò la rivista "Athenaeum", nel 1887 "Cas" (Il tempo) e nel 1893 "Nase doba" (La nostra epoca). Deputato al Parlamento viennese fra le file dei Giovani Cechi (1891), si staccò presto rinunciando al mandato. Nel 1906 fu tra i promotori del Partito ceco del popolo, ispirato a principi democratici; in qualità di parlamentare criticò apertamente il reazionarismo asburgico, esaltando il principio di nazionalità e indipendenza dei popoli. Dal 1914 svolse in Europa e America una capillare e intensa opera di propaganda a favore dell'indipendenza ceca. Il 14 novembre 1915 redasse un manifesto politico e costituì a Londra, con la collaborazione di Benes, il Consiglio nazionale del Governo ceco indipendente, di cui M. assunse la presidenza. Alla caduta dell'Impero austro-ungarico fu chiamato alla presidenza della Repubblica cecoslovacca (14 novembre 1918) e approvò la Costituzione del febbraio 1920, conferente ampio spazio alle attività del potere esecutivo. Fu riconfermato come presidente nel 1927 e 1934. In politica estera fu un tenace oppositore della fusione dei Sudeti alla Germania, di cui temeva le mire espansionistiche, e cercò di creare una più stretta collaborazione con Francia e Russia. In politica interna fu promotore di un processo di centralizzazione del potere, negando l'autonomia alla Slovenia. Alla fine del 1935, prima di ritirarsi dalla scena politica attiva, designò quale suo successore Benes. Fu autore di numerose opere, tra cui citiamo: Il suicidio come fenomeno sociale di massa (1881), Fondamenti di una logica concreta (1885), I fondamenti filosofici e sociologici del marxismo (1899), La nuova Europa (1918), La rivoluzione mondiale. Durante la guerra e nella guerra, 1914-1918 (1925) (Hodonin, Moravia 1850 - castello di Lany, presso Praga 1937).